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Clubhouse: parliamo del social del momento

La sua storia

A sviluppare l’app di Clubhouse è stata Alpha Exploration, società nata a febbraio 2020.

Dopo pochi mesi l’app era stata valutata 100 milioni di dollari, pur avendo solo 1500 iscritti al suo interno.

L’app, però, attira velocemente l’attenzione del fondo di venture capital Andreessen Horowitz (fondo che aveva già investito in Facebook e Twitter, per citare solo due esempi), che sborsa 12 milioni di dollari per entrare in Clubhouse.

Oggi gli utenti sono 2 milioni solo su iOS, in quanto manca ancora una versione dell’app per Android e a fine gennaio 2021 Andreessen Horowitz, sempre loro, hanno investito altri 100 milioni di dollari sull’app, la cui valutazione è arrivata a 1 miliardo di dollari.

Clubhouse: come funziona il social del momento?

L’app è organizzata in stanze, nelle quali gli utenti possono scambiare messaggi vocali.

Le stanze possono essere chiuse definitivamente e, in questo caso, i messaggi contenuti al loro interno vengono semplicemente cancellati, non rimane nessuna registrazione.

Questo garantisce privacy e riservatezza.

Per accedere a Clubhouse bisogna assolutamente essere invitati da un altro utente. Senza invito, niente ingresso.

Gli utenti sono tutti maggiorenni e tutti con un’identità verificata e possono essere: moderatori, speaker e ascoltatori.

I moderatori controllano la conversazione, invitano gli speaker e possono espellere qualcuno dalla stanza.

Gli speaker, come suggerisce il loro nome, parlano mentre gli ascoltatori, indovinate un po’, ascoltano e possono eventualmente chiedere di intervenire.

Perché tutto questo successo?

Clubhouse ha intercettato una serie di tendenze del mondo social: la ricerca di esclusività (non si entra senza invito), l’uso dei messaggi vocali, una particolare attenzione alla privacy e l’idea che un social non debba essere per forza una piazza ma un luogo più raccolto, per pochi intimi che vogliono discutere di argomenti a cui sono interessati.

Anche Mark Zuckerberg, nel 2019, ha indicato quest’ultimo aspetto come un possibile e probabile futuro di Facebook.

Abbandonare l’idea della piazza e spostare le conversazioni in un salotto dove incontrare persone “certificate”, che non si nascondo dietro fake, con le quali discutere di argomenti condivisi.

Ad aumentare il successo di Clubhouse ha contribuito anche Elon Musk.

Il poliedrico imprenditore non ha investito sull’app ma il 31 gennaio ha partecipato ad una conversazione in una stanza, parlando delle sue aziende, attirando ulteriormente l’attenzione sul social.

Sarà Clubhouse il killer di Facebook? Presto per dirlo. Toccherà aspettare per capire se è solo una moda passeggera o se il titolo di erede di Facebook spetterà a questa app o se finirà nel dimenticatoio come tanti pretendenti al titolo prima di lei.

E voi cosa ne pensate? Siete tra i fortunati ad aver avuto accesso al social? Raccontatecelo nei commenti.

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